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Pianificazione finanziaria: a cosa serve?

Come è noto, gli Italiani sono da sempre grandi risparmiatori. Ma siamo sicuri che lo facciamo nel modo giusto?

Negli ultimi tempi, la liquidità ferma sui conti correnti ha raggiunto cifre record. Si risparmia soprattutto per far fronte a spese ed eventi imprevisti (il famoso “non si sa mai…”). L’obiettivo è più che condivisibile, ma il metodo utilizzato è discutibile. Ciò di cui abbiamo bisogno infatti, è di una corretta pianificazione finanziaria.

La teoria del ciclo di vita

Quando parliamo di pianificazione finanziaria, una delle teorie più famose e utili è la teoria del ciclo di vita ideata da Franco Modigliani e Richard Brumberg nel 1954. Questa teoria sostiene che le scelte di consumo delle persone vanno considerate in relazione alle fasi di vita che attraversiamo:

  • Fase della gioventù
  • Fase lavorativa
  • Fase del pensionamento

Secondo l’approccio di Modigliani, una persona razionale mira ad ottenere un profilo di consumo il più possibile costante per tutta la vita, al fine di massimizzare il suo benessere complessivo. Per farlo, deve tener conto che nelle diverse fasi del ciclo di vita la capacità di produrre ricchezza cambia sensibilmente:

  • Il reddito è nullo quando si è giovani
  • Cresce durante la fase lavorativa
  • Cala quando andiamo in pensione

La fase lavorativa, nel modello di Modigliani, identifica l’unica delle tre fasi in cui si genera un surplus tra reddito e consumo. È la fase in cui si accumula risparmio, in cui si dovrebbe costruire il proprio patrimonio.

Nelle altre due fasi, il tenore di vita è superiore alle entrate su cui si può contare:

  • Quando si è giovani non si guadagna e si vive grazie al supporto economico dei genitori
  • Quando si è anziani spesso la discesa di reddito non riesce a coprire le spese, che tendono ad aumentare, soprattutto per motivi di salute.
Cosa è cambiato oggi?

La teoria del ciclo vitale di Modigliani risale al 1985 (quasi 40 anni fa), cosa è cambiato oggi?

Lo scenario demografico, sociale ed economico del nostro Paese si è molto modificato: basso tasso di natalità, incremento della longevità, proliferazione di famiglie unipersonali, mutate condizioni del mercato del lavoro, aumento delle spese sanitarie per la non autosufficienza: questi sono alcuni aspetti che vanno considerati nella rilettura del modello di life-cycle.

Nonostante i cambiamenti, di cui bisogna tener conto, Modigliani ha posto le basi della pianificazione, la quale porta in sé due importanti aspetti:

  1. Saper prevenire
  2. Saper programmare

Cosa che, ancora oggi, spesso trova impreparati la maggior parte degli individui.

La pianificazione

Per poter gestire consapevolmente il ciclo di vita con una pianificazione efficace, è bene prima di tutto distinguere tra:

  1. Eventi, anche imprevisti, dai quali proteggersi anticipatamente
  2. Obiettivi di vita (scelte di consumo rimandate nel tempo che richiedono comportamenti di risparmio finalizzati)

Pianificare per tempo gli eventi della vita non è tuttavia semplice. La pianificazione del futuro è tanto più frenata quanto più gli eventi futuri sono percepiti come spiacevoli se non addirittura negativi: maggiore è lo stress percepito, maggiore sarà la tendenza dell’individuo a rimuoverlo, a non occuparsene oppure ad occuparsene in maniera non corretta (ad esempio tenendo eccessiva liquidità sul conto).

Per superare o almeno limitare le difficoltà nel pianificare è necessario dare un tempo e un nome al denaro e rendere espliciti gli obiettivi delle scelte, per costruire un corretto piano finanziario.

Perché si risparmia? Secondo gli psicologi, il risparmio risponde a un innato bisogno di sicurezza. Si risparmia per comprare la casa, per il futuro dei figli, per garantirsi tranquillità economica alla fine dell’attività lavorativa e per fronteggiare gli imprevisti. Spesso infatti si risparmia per il “non si sa mai”. Tuttavia, nessuno può sapere se quanto si risparmia per il “non si sa mai” è sufficiente a tutelarci.

La paura di non poter affrontare spese impreviste crea spesso ansia ed è la ragione della liquidità eccessiva ferma sul conto corrente.

Ma possiamo (e dobbiamo) liberare liquidità da destinare agli investimenti di medio/lungo periodo e, con una corretta pianificazione finanziaria, al raggiungimento di importanti obiettivi di vita.

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