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Imposta di successione: cosa potrebbe cambiare?

A oggi, nel nostro Paese, coloro che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari sono tenuti presentare una dichiarazione di successione e pagare, se dovuta, l’imposta di successione.

È una pratica che i soggetti obbligati possono espletare online, tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure tramite un intermediario, entro 12 mesi dalla data di apertura della successione all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione era residente il defunto.

Imposta di successione: chi interessa?

È l’articolo 28, comma 2, del TUS a definire i soggetti obbligati a presentare la dichiarazione:

  • i chiamati all’eredità e i legatari, anche nel caso di apertura della successione per dichiarazione di morte presunta, ovvero i loro rappresentanti legali;
  • gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente;
  • gli amministratori dell’eredità e i curatori dell’eredità giacenti;
  • gli esecutori testamentari.

Sono esonerati dall’obbligo di presentare la dichiarazione di successione i chiamati all’eredità e i legatari che abbiano rinunciato all’eredità o al legato anteriormente alla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione di successione e i chiamati che, non essendo nel possesso dei beni ereditari, abbiano nominato un curatore per l’eredità giacente ai sensi dell’articolo 528 c.c..

Quando non sussiste l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione?

Inoltre, se ricorrono contemporaneamente le seguenti condizioni:

  • l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto;
  • l’attivo ereditario ha un valore non superiore a 100.000 euro;
  • l’eredità non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari,

non c’è obbligo di presentare una dichiarazione di successione.

Franchigia successione: a quanto ammonta oggi?

L’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006 prevede le seguenti aliquote e le franchigie per l’imposta sulle successioni e donazioni:

  • del 4% per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro;
  • del 6% per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, 100.000 euro;
  • del 6% per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • dell’8% per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.

Oltre alle franchigie di 100.000 euro e di 1 milione di euro, vi è una ulteriore franchigia, pari a 1,5 milioni di euro, per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap, riconosciuto grave ai sensi della legge n. 104 del 1992.

Imposta sulle successioni: perché potrebbe cambiare

Il Fondo Monetario Internazionale ha sottolineato il disallineamento tra i costi delle pratiche successorie dei vari Paesi dell’Unione Europea.

A oggi, se un figlio ereditasse dal padre un patrimonio di un milione di euro in liquidi e titoli (o in un’abitazione che diventasse una prima casa per l’erede), in Germania si troverebbe a pagare più di 290.000€ di imposta di successione, nel Regno Unito 270.000€, in Germania 106.000€ mentre in Italia la somma dovuta ammonterebbe a zero.

Basta questo per definire l’Italia un paradiso fiscale per quanto riguarda l’imposta di successione e donazione? Per il Fondo Monetario Internazionale, che ha suggerito di aumentare le tasse di successione anche come misura adatta a reperire risorse nell’attuale congiuntura economica, sembrerebbe proprio di sì, infatti è da tempo che invita il governo italiano ad attuare una riforma che armonizzi le nostre aliquote e le franchigie con quelle degli altri Paesi europei.

Le nuove imposte secondo la proposta di Legge 2830/2015

La proposta di Legge del 2015 prevede che le aliquote e le franchigie vengano modificate come segue:

  • del 7% per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario la quota di 500.000€;
  • dell’8% per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario 100.000€;
  • del 10% per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado;
  • del 15% per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti,

e che queste cifre vengano triplicate se i trasferimenti di beni e diritti per causa di morte eccedano la soglia di 5 milioni di Euro.

Aumento dell'imposta sulle successioni e donazioni: riguarda solo i ricchi?

No, è una questione che riguarda tutti, non solo chi dispone di notevoli ricchezze.

Oltre al progetto di abbassare la franchigia ed elevare l’aliquota minima, potrebbe realizzarsi anche l’aggiornamento delle rendite catastali, che andrebbe a costituire un indiretto aumento delle imposte successorie.

Per mettersi al riparo dai futuri aumenti delle imposte successorie, ciò che ti suggerisco è iniziare a pensare già da ora alla pianificazione successoria, che ti consente di evitare costosi esborsi da parte dei tuoi eredi e, a prescindere dalla questione fiscale, mette ordine nel futuro di chi verrà dopo di te.

Per valutare insieme come poter impostare questo tipo di lavoro, contattami gratuitamente e senza impegno: prenderemo insieme un caffè finanziario, dal vivo o a distanza, ti spiegherò come posso esserti d’aiuto nell’ambito della consulenza successoria e risponderò ai tuoi dubbi in merito.

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