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Come proteggere la nostra casa

I tragici eventi climatici che hanno colpito l’Italia negli ultimi giorni (e in generale negli ultimi mesi) ci fanno capire quanto sia facile perdere tutto in pochi istanti e fanno emergere l’esigenza di proteggere la nostra casa.

Qual è il livello di rischio in Italia?

Il territorio italiano, per le sue caratteristiche geologiche, morfologiche e idrografiche è uno dei più fragili d’Europa. Il nostro Paese è esposto al dissesto idrogeologico per la stragrande maggioranza del proprio territorio. Il 50% è esposto al rischio sismico, il 20% a frane e alluvioni. Una pioggia un po’ più violenta del solito o una scossa di certa magnitudo mettono in serio rischio milioni di abitazioni costruite a ridosso dei letti dei fiumi, su terreni franabili collinari e montani e in aree sismiche.

Le conseguenze del cambiamento climatico

Oltre a questa vulnerabilità di base, l’Italia è teatro degli effetti della crisi climatica: i rilevamenti del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici mostrano che la probabilità di eventi estremi è aumentata in Italia del 9% in vent’anni. Gli eventi che abbiamo vissuto in questi giorni ne sono una dimostrazione e da situazioni di emergenza quali erano stanno diventando sempre più sistematiche e frequenti. Dall’inizio del 2023, gli eventi estremi sono aumentati del 135% rispetto all’inizio del 2022.

Un rischio per le nostre case

La situazione idrogeologica dell’Italia unita alle conseguenze del cambiamento climatico rischia di sottrarre a milioni di famiglie il bene più prezioso: la casa.

Banca d’Italia ha stimato che il valore del patrimonio immobiliare esposto a rischio alluvioni è di quasi mille miliardi di euro, circa un quarto del totale.

Se consideriamo che la casa costituisce il 50% del patrimonio lordo degli italiani, diventa evidente che un evento naturale estremo può spazzare via la sicurezza economica di chi quella casa la abita.

Come possiamo proteggerci?

Per ridurre i rischi sarebbe necessario assicurarsi.

In pochi però scelgono di stipulare un’assicurazione sulla casa. Su 35,3 milioni di unità abitative esistenti, appena il 5,3% è coperto contro le calamità.

In Italia non esiste ancora un’assicurazione obbligatoria contro gli eventi climatici estremi, nonostante oltre l’80% delle abitazioni civili sia esposto a un livello di rischio medio-alto.

Nel nostro Paese, le polizze che proteggono dai disastri climatici sono, nella maggior parte dei casi, delle garanzie aggiuntive alle assicurazioni già stipulate sulla propria abitazione. Nel momento in cui si stipula un mutuo è obbligatorio dotarsi di una copertura contro scoppio e incendio. Oltre a questa è possibile aggiungere la polizza accessoria che prevede una protezione ulteriore da grandine, vento e nubifragi.

I prezzi delle polizze per la casa possono variare molto in base al tipo di abitazione e alla sua localizzazione, e di conseguenza in base al livello di rischiosità. Negli ultimi anni il governo ha adottato qualche iniziativa per favorire la crescita delle polizze assicurative contro le catastrofi naturali. La più rilevante è la legge n.205 del 27 dicembre 2017, che ha introdotto delle agevolazioni fiscali per tutti coloro che stipulano tali coperture per la propria abitazione; nello specifico, dal 2018, grazie a questa norma, viene eliminata l’imposta fiscale sulle polizze e viene introdotta la detrazione del costo del 19% ai fini Irpef.

Perché così poche case risultano assicurate contro il rischio calamità?

Il primo motivo è una scarsa cultura della prevenzione.

Il secondo motivo è di natura economica: se da una parte gli Italiani non hanno bene in mente le conseguenze di un terremoto o di un’alluvione per le loro case, dall’altra, molti non possono permettersi di stipulare una polizza contro il rischio calamità, incendi, ecc. Gli stipendi medi sono bassi e spesso bastano a stento per coprire le spese. Converrebbe a tutti proteggersi contro il rischio calamità, ma per la maggior parte di noi non esiste una simile opportunità.

Tralasciando l’aspetto economico, manca comunque la consapevolezza. Abbiamo bisogno di rivedere molte delle nostre priorità di spesa come cittadini italiani e di iniziare a investire risorse per proteggersi.

Gli aiuti statali

Complice della mancata sottoscrizione delle polizze per la casa è anche la diffusa convinzione che le istituzioni siano tenute a un risarcimento totale dei danni. In realtà non esiste alcuna legge che obbliga lo Stato a finanziare la ricostruzione delle proprietà danneggiate: gli stanziamenti vengono decisi di volta in volta a calamità avvenuta e a distanza di anni. E si tratta sempre di fondi minimi rispetto ai danni.

Da un rapporto di Greenpeace, emerge che «tra il 2013 al 2019 le Regioni hanno segnalato 20,3 miliardi di euro di danni causati da alluvioni e frane». I fondi che sono stati stanziati dal Governo per far fronte all’emergenza ammontano a circa 2,4 miliardi, un decimo dei danni totali.

Diventa quindi fondamentale iniziare a prendere consapevolezza delle conseguenze degli eventi estremi e su come possiamo proteggere la nostra casa, perché il cambiamento climatico è già in atto e non possiamo più aspettare.

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