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Come l’inflazione sta guidando da tre anni l’economia e la finanza

Imparare ad assumere atteggiamenti corretti in ragione degli eventi che ci piovono addosso, in un mondo sempre più incerto, diventa la discriminante principale tra un investitore di successo e uno insoddisfatto.

E’ il primo buon motivo per scegliere un consulente finanziario. Il secondo motivo è quello di liberare tempo ed energie per fare la differenza nel tuo lavoro, nella tua famiglia e nella tua vita.

Il terzo motivo è che se è vero che tra l’inizio del 2021 e la fine del 2023, uno spazio di tre anni, l’inflazione avrà probabilmente divorato il 19-20% del tuo potere d’acquisto, e che quindi non si può prescindere da investire i propri risparmi nel tempo, conviene farlo con una guida presente, competente e con la quale avere uno scambio continuo in totale trasparenza e fiducia.

Uno sguardo Avanti

Dopo un anno di manovre (il primo rialzo dei tassi americani è stato il 5 aprile 2022) siamo finalmente arrivati ad una fase decisiva. Questa non sarà, come spesso pensano i mercati, quella in cui la Banca Centrale dichiarerà terminato il ciclo dei rialzi, ma quella di come l’inflazione e l’economia staranno rispondendo ai rialzi continui.

Come? Purtroppo è tutto da scoprire…

Per ora la frenata delle Banche Centrali all’economia ha prodotto qualche spavento, al quale subito è stato posto rimedio (UBS che acquista Credit Suisse, la liquidità riversata nel sistema bancario americano e nei fondi pensioni inglesi…), ma si è soliti pensare che il ciclo di raffreddamento di un’economia surriscaldata si chiuderà solo quando si avvertirà l’impatto.

Reggerà la crescita?

Si riuscirà a far scendere l’inflazione velocemente, in modo da avviare un ciclo di ribassi dei tassi? Finora, in particolare nel primo trimestre, i mercati hanno mostrato un grande ottimismo.

Non solo hanno preso atto, giustamente, della buona tenuta della crescita economica, che è tornata ad accelerare in America, in Europa e in Cina, ma hanno anche considerato passeggero il rimbalzo dell’inflazione. Così facendo hanno potuto confezionare una narrazione per l’intero 2023 che non solo esclude la recessione, ma arriva a ipotizzare due ribassi dei tassi già nella seconda parte di quest’anno: il migliore dei mondi possibili.

Questa narrazione in rosa, per quanto suggestiva, ha però alcuni punti deboli.

Il primo è che la crescita americana comincia a mostrare qualche segno di cedimento. Un altro punto dubbio è l’inflazione. E’ vero, il prezzo dell’energia è tornato a scendere, ma un vero taglio si potrà vedere solo nel caso si sopprimesse la domanda innescando una vera recessione.

Insomma, ipotizzare che non ci sarà recessione e che al tempo stesso i tassi inizieranno presto a scendere rappresenta il migliore dei mondi possibili perché presuppone una discesa verticale dell’inflazione. In altre parole, o ci sarà una recessione forte e allora avremo presto tagli dei tassi (con possibili guadagni sulla componente obbligazionaria), oppure la recessione non ci sarà ( i prezzi delle azioni continueranno a consolidarsi), e allora il costo sarà il mancato taglio dei tassi per quest’anno.

Bisogna aver paura della recessione?

Le recessioni non sono un momento eccezionale, sono una costante, una cosa normale nella storia dei mercati. Non esiste crescita senza momenti di pausa ed efficientamento del sistema.

Uno sguardo indietro

Il primo quadrimestre è stato ricco di spunti sul mercato. Abbiamo assistito infatti a:

1. Un rally dell'azionario Tecnologico e del settore Lusso.

Una ripresa più leggera anche di gran parte delle altre componenti azionarie che, in base agli utili che stanno arrivando dalle trimestrali dichiarate dalle aziende, non sembra anticipare una recessione violenta. Anche se le valutazioni oggi sembrano un po’ forzate ottimisticamente, dobbiamo ricordarci che il mercato prima sale o scende e poi costruisce la narrazione che ci spiega perché sta salendo o scendendo. In sintesi: il mercato non si anticipa e non si può comprendere a priori.

2. Calo dei mercati emergenti

Che proseguono la loro scia negativa penalizzati dai rialzi dei tassi d’interesse e da un dollaro ancora forte, anche se in calo. A dispetto dell’andamento questi mercati, guidati da Cina, India, Turchia, Brasile e Corea del Sud, stanno attirando parecchi flussi verso le loro aziende.

3. Difficoltà e fallimenti del sistema bancario

Istituti verso il fallimento come Silicon Valley Bank, Credit Suisse (acquisita da UBS) e First Republic (inglobata da JP Morgan) hanno spaventato molto i mercati e riacceso i riflettori su uno dei pilastri fondamentali del risparmio: la solidità bancaria e i suoi indicatori (cet1ratio, CDS…). A questo riguardo ricordiamoci sempre di scegliere con cura la banca alla quale affidare i propri risparmi e che certi rischi (specifici) possono essere azzerati con una corretta pianificazione diversificata*.

4. Tensioni sul settore immobiliare

Procede con un calo costante anche nel 2023 il mercato immobiliare. In Svezia, ad esempio, i prezzi delle case sono scesi del 15% nel 2022 e anche i dati pubblicati da Eurostat sul mercato residenziale europeo hanno registrato segnali di indebolimento che non si vedevano dal 2015 (probabilmente causati dal rialzo dei tassi di interesse che ha reso i mutui meno accessibili e altri tipi di investimenti di nuovo molto remunerativi).

5. I rendimenti delle obbligazioni sono tornati interessanti

Sia per le brevi durate che per il medio termine (a seguito di un processo di normalizzazione che ha portato ai forti cali dei prezzi nello scorso anno), ma soprattutto è tornata la decorrelazione con le altre asset class: vero ruolo dell’obbligazionario in portafoglio: ridurre le oscillazioni e stabilizzare una parte del rendimento.

6. Un consolidamento della posizione dell’oro e un recupero del bitcoin.

Una crescita dell’oro (di nuovo vicino ai suoi massimi di sempre) che aveva chiuso il 2022 in pari solo grazie all’ancoraggio con il dollaro, mentre si sta osservando che il prezzo del bitcoin, seppur lontano dal tornare sui suoi massimi dopo il calo spaventoso del 65% del 2022, sta recuperando.

Dove ci troviamo oggi e cosa ci aspetta il futuro

Naturalmente lo scenario descritto sopra è già il passato.

Oggi ci troviamo ancora in una fase di lento recupero che definirei intermedia tra il calo dello scorso anno e il recupero forte che segue ogni crisi. Più il “Toro” ritarda ad arrivare e più è messa alla prova l’emotività degli investitori. Una sfida  difficile per il consulente che dovrà essere in queste fasi principalmente una guida, un gestore delle emozioni e dei comportamenti corretti.

Bisogna saper attraversare le fasi di turbolenza, quelle di stasi (come questa) per ottenere i risultati che abbiamo pianificato.

Bisogna essere anti-fragili (come direbbe il premio nobel Taleb). Da qui l’importanza di adottare un modello comportamentale, oltre che di portafoglio, granitico e preparato insieme alla tua guida finanziaria.

Per il prossimo futuro ci aspetterà un altro film, come sempre privo di certezze, ma con la consapevolezza che con i giusti progetti, la corretta pianificazione e avendo condiviso portafogli robusti con pesi e contrappesi, ogni rischio sarà gestito, i risparmi protetti e il benessere finanziario tutelato.

Note
*Queste crisi bancarie stanno certo nascendo da una crisi reputazionale (caso Credit Suisse), ma soprattutto dal rialzo dei tassi e da portafogli di proprietà delle stesse banche gestiti in maniera irresponsabile e “allegra”. Mi accorgo che si tratta delle stesse dinamiche errate che vedo in molti portafogli che analizzo presso altri istituti: rischi non specificati e spesso celati da garanzie inesistenti, eccessiva ricerca di rendimento in periodi di “vacche grasse” (avidità), scarsa diversificazione e decorrelazione dei portafogli.

Per questo se hai bisogno di un consulente finanziario che ti aiuti a raggiungere i tuoi obiettivi e a gestire questo momento storico, posso essere al tuo fianco: contattami e scopriamo insieme come posso esserti utile

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